Letterature Svizzere
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[ Consiglio per un libro di Laura Lucchini ] Due anni fa ho letto su El Pais un'intervista a questa autrice così inquietante che è Agota Kristoff. Mi ha colpito in particolare la sua freddezza e incapacità di lasciarsi scappare emozioni. Nell'intervista in questione, Kristof, nata in Ungheria e fuggita in svizzera durante la seconda guerra mondiale, si intratteneva di più a parlare dei dettagli crudi della sua esistenza e vecchiaia (di come non riusciva più a salire le scale, di come rimaneva a letto fino a tardi e di come passava le ore davanti alla tv) piuttosto che in qualsiasi altra considerazione sulla letteratura o sui drammi che ha vissuto. Parliamo di una persona arrivata almeno in due occasioni a un passo dal premio Nobel.
Nei suoi libri, come nella sua vita, non c'è spazio per sentimenti o astrazioni.Tutto procede in modo magico o poetico dalla sporca materialità delle cose.
La trilogia della città di K. stava già nella mia biblioteca. Però ci ho messo due anni e ho cambiato città prima di leggerlo. Forse era davvero necessario essere a Berlino, dove ogni angolo grida storia e guerre, per apprezzarlo pienamente.
Protagonisti della trilogia sono due gemelli, Claus e Lucas, cattivi e spietati per sopravvivenza che non provano sentimenti e non si piegano nemmeno di fronte alla morte della madre. Il primo libro della trilogia,"Il grande quaderno", parla dell'auto-educazione stoica dei due gemelli in tempo di guerra (di che guerra e di che posto si tratti non viene spiegato nel libro, però si intuisce che siamo in un paese dell'est tra la seconda guerra mondiale e il regime comunista), le cattiverie della nonna-strega, le difficili relazioni interpersonali e la deportazione degli ebrei (senza che vengano mai menzionate le parole "ebreo" o "nazista"). È un romanzo di malvagità reale, tanto spettacolare come crudo, e che potrebbe bastare da solo.
I gemelli non hanno nome in questa prima parte, visto che sono una cosa sola, che parla e scrive ció che succede in un grande quaderno, che é esattamente ciò che stiamo leggendo.
Nelle due parti successive sono protagonisti i due gemelli separatamente. Attraverso i ricordi rivivono gli avvenimenti dell'infanzia che finiscono per non coincidere mai. In ogni pagina il racconto ti disorienta. L'atmosfera si fa sempre più cupa, nemmeno la cruda realtà ti aiuta più in questo mondo dove non c'è consolazione e tutto risulta essere il contrario di tutto.
L'intervista che ho citato si chiudeva con il giornalista che chiedeva a Kristof: "Crede nei sentimenti?". E lei: "no".
[ Citazione ] "Mi metto a letto e prima di addormentarmi parlo mentalmente a Lucas, come faccio da molti anni. Quello che gli dico è più o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se é morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli è toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello più pesante. Gli dico che la vita è di una inutilità totale, è non-senso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l'immaginazione. "
[ Informazioni sul libro ] Kristof, Agota: La trilogia della città di K..
(original language: italiano)
Einaudi,
Paris,
ISBN: 88-06-17398-7.
Questo libro è ...
Genere: romanzo
Parole chiave: Agota, Kristof, gemelli, guerra, educazione
Lingue (consiglio di lettura): Italiano