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[ Consiglio per un libro di Lucia Iacomella ] Tobias Horvath è „nato in un villaggio senza nome, in un paese senza importanza“, ha trascorso l’infanzia nella miseria, costretto ad indossare i vestiti smessi degli altri bambini e ad accettare il cibo che gli veniva regalato per placare i morsi della fame. A casa il piccolo Tobias assiste al continuo andirivieni dei contadini che vanno a letto con sua madre, già, perchè Esther è "la ladra, la mendicante, la puttana del villaggio". Caroline, detta Line, la figlia del maestro, è l’unica persona che parla con lui, l’unico essere umano che gli presta un po’ di attenzione. Un giorno, tra i molti uomini che vede entrare e uscire di casa Tobias scopre chi è suo padre, prende un lungo coltello affilato e glielo affonda nella schiena spingendo con tutte le sue forze di bambino dodicenne e malnutrito per uccidere anche la madre, stesa sotto di lui. Convinto, senza però averne la certezza, di aver ucciso i suoi genitori Tobias fugge dal proprio paese, cambia il proprio nome. Diventerà operaio in una fabbrica di orologi, cercherà rifugio nella scrittura e aspetterà Line, l’unico amore della sua vita. Quella che Agota Kristof racconta in "Ieri" è la storia di un passato che non passa, la storia di un presente che gronda tragicamente dei suoi ieri. Leggendo questo libro si potrebbe pensare, per un momento, ad una svolta: Tobias fugge, si lascia alle spalle lo squallore e il gelo di un’infanzia senza amore, reclama per sé la possiblità di ricominciare. Chi conosce la Kristof, sa però, che questa non è una strada percorribile. „Non mi chiamavo più Tobis Horvath. Con i nomi di mio padre e di mia madre mi ero fabbricato un nome nuovo. Ora mi chiamavo Sandor Lester (...)“. E proprio in questo nome intriso di passato l’autrice condensa uno, forse il forte messaggio del suo libro, che si dipana tra il desiderio disperato di tentare un nuovo inizio e la lucida consapevolezza di non potersi scrollare di dosso le proprie origini, la propria storia. Così Sandor/Tobias si ritrova a vivere a ridosso di quella linea che divide ciò che è stato da ciò che potrebbe essere; emigrato in un paese che non è il suo e imprigionato nella monotonia dei giorni che trascorrono sempre uguali Sandor non è in grado di integrarsi e intrattiene rapporti di amicizia solo con i suoi connazionali, anch’essi emigrati e soli. Allo stesso tempo però cerca di scrivere nella lingua del paese che lo ospita, una lingua che non è la sua e teme, di dimenticare la propria lingua madre. Line arriverà, e anche questo incontro si svolgerà a ridosso di quel confine, dove gli ieri non lasciano scampo.
[ Citazione ] "So che da qualche parte lei esiste. Ho sempre saputo d'essere venuto al mondo solo per incontrarla. E per lei è lo stesso. Lei è venuta al mondo solo per incontrarmi. Si chiama Line, è la mia donna, il mio amore, la mia vita. Non l'ho mai vista."
[ Informazioni sul libro ] Kristof, Agota: Ieri.
(original language: Francese) trad. Marco Lodoli.
Einaudi,
Torino, 1997
(1995).
ISBN: 88-06-14151-1.